La transizione digitale non è solo una questione di investimenti in prodotti e servizi. La resistenza al cambiamento costituisce uno dei principali ostacoli. La cultura digitale, ad iniziare dalla scuola è la base per una buona trasformazione delle aziende e del Paese, per superare il disagio che le persone subiscono nel dover rivedere il loro modo di lavorare.
La transizione digitale è un processo avviato anni or sono ma con l’emergenza dovuta alla pandemia ha subito una incredibile accelerazione.
L’essere costretti a rivedere innumerevoli processi e abitudini in modo digitale ha permesso, pur non senza difficoltà, di far fronte alle esigenze di rapido cambiamento che abbiamo dovuto affrontare con la pandemia.
Tale cambiamento però è stato spesso fatto in modo “artigianale” ed emergenziale. Quello che è invece necessario è una politica digitale strutturata. Essa, deve prevedere la trasformazione dei processi aziendali al fine di sfruttare al massimo le potenzialità che appunto il digitale permette. Questo, indipendentemente dal luogo fisico in cui si lavora. Anzi, caratteristica fondamentale per l’attuazione di una corretta transizione digitale è la possibilità di lavorare ovunque. Può cambiare il luogo fisico, ma non la modalità di lavoro.
La resistenza al cambiamento
La transizione digitale si trova però davanti a un altro problema. Non è, come si pensa, dovuto agli investimenti necessari per acquistare prodotti e servizi innovativi ma alla resistenza delle persone coinvolte.
Ci sono diversi fattori che incidono. Tra i primi troviamo un approccio di inferiorità e scetticismo. . Le persone tendono a subire la tecnologia digitale e percepiscono una sorta di disagio. Questo, impedisce loro di sfruttare al meglio le innumerevoli potenzialità dei vari prodotti e servizi. Quindi, li porta ad usare gli strumenti digitali ad un livello basico e quindi spesso inefficace.
Non da meno, atteggiamenti antagonisti rispetto agli obiettivi di un progetto, e il dover cambiare le abitudini di lavoro, mette in difficoltà gli addetti.
Ci sono determinate categorie di persone che ritengono che la trasformazione digitale non porti in realtà a significativi cambiamenti nei risultati rispetto ai vecchi modi di lavorare. Per questo, la formazione è un investimento fondamentale, per vincere quelle resistenze di tipo culturale che portano sempre a trovare obiezioni al fine di avallare le proprie idee.
Le aziende e la difficoltà di cambiare
Uno dei problemi da affrontare riguarda non solo le singole persone ma anche le aziende. In molti casi vi è una cultura che le porta a non percepire il bisogno di una trasformazione. Il mantra più recitato è: “Abbiamo fatto sempre così”.
Certo non è sempre facile dover affrontare un cambiamento a volte radicale e l’attuale modo di lavorare può comunque sembrare che funzioni a dovere. Purtroppo non è così. Dato che nessun settore può sfuggire al ciclone digitale, inevitabilmente ci si troverà, prima o poi, di fronte a nuove realtà economiche che sposando dagli inizi un approccio digitale, pur non avendo anni di esperienza saranno in grado di prevalere.
Questo, dovuto a migliori idee innovative, aumento di produttività a parità di addetti, costi di esercizio più bassi ed offerta di migliore qualità con migliori listini.
Il ruolo della formazione nella trasformazione digitale
Dover cambiare modo di approcciarsi al lavoro ovviamente non è per tutti semplice e quindi la resistenza al cambiamento va affrontata con la dovuta formazione delle persone a partire dai percorsi di studio:
- Sviluppo delle competenze digitali – I cicli di formazione delle scuole superiori devono prevedere l’uso di tecnologie digitali in tutte le materie di studio in modo da formare futuri lavoratori che possano trovarsi subito a loro agio. Avere un atteggiamento orientato al digitale consente di poter imparare in breve tempo l’uso di applicativi fino a quel momento sconosciuti, quindi rimane la competenza specifica della mansione poiché quella digitale è già acquisita.
- Potenziamento di competenze digitali della forza lavoro – Investimenti nella formazione, anche attraverso corsi interni, esterni e on line, che portino ad elevare le competenze digitali al fine di sfruttare al massimo le possibilità offerte dai vari servizi e prodotti necessari al buon funzionamento dell’azienda.
L’età non aiuta
Il personale più adulto, che ha passato molta parte della propria storia lavorativa con un approccio molto diverso da quello richiesto, ora può trovare oggettiva difficoltà al cambiamento. Sia ben chiaro, gli uffici usano computer e applicativi da moltissimi anni ormai. La differenza sta nel capire che non basta saper usare gli applicativi office, un programma di posta elettronica e un magari un software ERP.
Il processo di digitalizzazione permea ogni ambito e assolve ogni compito. Ad esempio sono moltissime le aziende che ancora non fanno uso di CRM, di software visivo per gestire progetti e organizzare qualsiasi attività (ES Trello, Asana). Sistemi di comunicazione e collaborazione (Wildix, Vianova ecc) e tanto altro.
Conclusione
Abbiamo parlato di resistenza al cambiamento in ottica digitale ma è un problema generale e che si riversa in innumerevoli ambiti. Il mondo ormai si trasforma in breve tempo e quindi la competenza principale è saper rimanere sempre aggiornati, e non è un’opzione.
In ERITEL, aiutiamo le aziende a realizzare digital transformation con prodotti e servizi innovativi, con un preciso focus sulla sicurezza digitale fondamentale per non dover subire danni e fermi impattanti.
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